Quelli che se ne vanno. La nuova emigrazione italiana
Irregolari, clandestini, extracomunitari, "fuga di cervelli",
tante sono le parole, le espressioni con cui ci si riferisce alle
mobilità umane nella contemporaneità. Parlare di emigrazione italiana,
invece, appare come effettuare un salto nel passato, un viaggio a
ritroso nel tempo. Associare la parola "emigrazione" alla storia del
nostro Paese riporta alla mente l'immagine delle navi a vapore che, a
fine Ottocento, partivano cariche di persone alla volta delle Americhe o
dell'Australia. A chi non è capitato di imbattersi in una cartolina in
bianco e nero delle traversate oceaniche, uomini e donne che salutavano
il nuovo continente, la Statua della Libertà sullo sfondo? Il Museo Regionale dell'Emigrazione,
attraverso la sua esposizione permanente, propone una ricostruzione
attenta di un periodo storico, collocato a cavallo di Ottocento e
Novecento, che ha visto partire più di quindici milioni di connazionali.
Oggi è piuttosto raro che giornali e tv utilizzino l'espressione "emigrazione italiana", al massimo qualche servizio televisivo ci parla di "fuga di cervelli". Eppure, come ci confermano i dati ufficiali, da due anni a questa parte il numero di coloro che hanno lasciato l'Italia per l'estero è maggiore di quello che conta l'arrivo di stranieri nel nostro Paese. A partire, tuttavia, non sono solo le eccellenze, una meno attesa ma corposa "fuga di braccia" è in corso presso altri strati della popolazione e priva la nazione di giovani promettenti e di un ricambio generazionale equilibrato. Molti addetti dell’industria e dell’edilizia sono stati spinti dalla crisi a cercare lavoro in altri paesi europei, accolti a volte da politiche ostili in materia (vedi Brexit). Nel generale saldo migratorio negativo dell’Italia, una delle regioni con il maggior numero di emigrati è sorprendentemente la Lombardia, area di immigrazione per eccellenza. Nel Mezzogiorno, per effetto delle partenze delle classi in età fertile e da lavoro, si assiste a un vero e proprio «tsunami demografico», mentre i tassi di disoccupazione continuano a mantenersi altissimi. Va poi registrata l’emigrazione di pensionati verso mete con clima buono e costo della vita basso.
Venerdì 12 aprile, a partire dalle ore 21,00, il Museo propone una serata sul tema della nuova emigrazione italiana con la presentazione dell'ultimo libro di Enrico Pugliese, "Quelli che se ne vanno". Professore emerito di Sociologia del lavoro nella Sapienza - Università di Roma, Pugliese è stato per lunghi anni anche direttore dell’Istituto di Ricerche sulla Popolazione e le Politiche Sociali del CNR. Per l'occasione, modera l'incontro il giornalista Marco Margrita, Direttore de "Il Nuovo Monviso".